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Taukay 113
2000
Radix
Associazione per la diffusione della Cultura patriarcale nella nascente Europa moderna
Musiche originali di Marco Maria Tosolini e Vittorio Vella
per Arcana Strutture Sonore
Musiche dell'epoca patriarcale
interpretate dall'insieme vocale-strumentale Dramsam
1. Incipit
[2:58]
2. Ave Maria, regina incoronata
[1:19]
Laude di Pietro Capretto
3. Processione notturna
[2:52]
4. Missus ab arce
[2:15] Discanto
5. Versus de Herico Duce
[3:15] attr. Paolino da Aquileia
6. La Via Sacra
[3:34]
7. Planctus Mariae
[16:20] Dramma Sacro
8. Vox Caelestis
[3:17]
9. Sonet vox ecclesie
[2:06] Discanto
10. La Via Sacra Reprise
[3:17]
11. Caccia
[2:56]
12. Surge sonum
[1:59]
13. Ad adiuvandum
[5:29]
14. Finalis
[2:49]
Dramsam
Esecutori e strumentario
Alessandra Cossi — canto, synphonia, sistri
Fabio Accurso — liuto medievale e rinascimentale, organo portativo, flauti
Giuseppe Paolo Cecere — canto, viella, ribeca, ciaramello, salterio
canto ( in "Planctus Mariae..."):
Rossella Candotto, Nadia Cecere, Elena Molinari
Il canto è senza tempo
Creare le musiche per una grande mostra è
un'operazione particolare. Si deve, infatti, compiere un immediato gesto di
"umiltà tematica" e, in senso lato, linguistica generale, per ciò che concerne
l'espressione musicale, affinché il soggetto sonoro, fono-diffuso, non sia di
distrazione dello spettatore, dedito ad osservare i materiali esposti, ma,
semmai, di aiuto alla creazione di uno status percettivo gradevole e "orientato"
all'attenzione.
Può esistere un concetto ed una relativa traduzione in prassi
della musica d'uso senza che questa perda dignità artistica da un lato e
dall'altro, scivoli nei terreni infidi dell'ambient music di vieto sapore
new age. Ciò avviene se gli autori riescono a mantenere, pur nella
trasfigurazione timbrico-stilistica, la connotazione contestuale dell'atto
creativo.
Nel caso della Mostra dei Patriarchi il milieu
culturale, per nobiltà, ieraticità e pregnanza è di tale aiuto e conforto da
diventare vero e proprio motore d'arte. Infatti non solo i temi antichi
originali, desunti dai Codici, mirabilmente interpretati da Dramsam,
costituiscono le strutture che innervano il lavoro di Arcana, ma la più profonda
ed estesa dimensione estetica funge da catalizzatore delle energie creative che
si occupano delle musiche composte ex-novo.
L'alchimia artistica, per chi
crede nella forza inconscia e conscia degli archetipi e della immutabilità della
sostanza d'arte, ha qualcosa di passivo. L'atto creativo, e queste musiche nuove
ed antichissime ad un tempo, ne sono una misurata dimostrazione, si nutre di una
energia strana, bilanciata fra gestione razionale dei mezzi e abbandono
all'intuizione così potenziata dalla percezione dei movimenti interni ed
inspiegabili del sentire più attento e profondo. Così il Canto che giace nei
sedimenti della grande tradizione patriarchina, è lo stesso canto della
tradizione iniziatica, quando la Chiesa possedeva ancora quel torso esoterico
senza il quale una confessione religiosa diviene mero potere temporale. Un torso
che forse ha iniziato il suo impoverimento in modo non troppo simbolico in quel
1314 durante il quale l'ultimo Gran Maestro dell'Ordine dei Poveri Cavalieri di
Cristo, Jacques de Molay - più noti come Templari - è stato arso vivo e l'Ordine
chiuso e dispersi i suoi membri in un momento assai lacerante della storia della
Chiesa d'Occidente.
Nella musica antica che Dramsam ha fatto rinascere da
muti testi, custodi di tanta bellezza, riemerge sommessamente prepotente questa
dimensione estetico-spirituale, profondamente esoterica, magnificata soprattutto
in quel commovente gioiello che è il Planctus Mariae.
E' questa
dimensione, così alta ed intensa, che ha permesso la creazione di musiche da
parte di Arcana, interagenti con le sonorità antiche, destinate ad accompagnare
lo spettatore della mostra nel suo viaggio prima esteriore, poi interiore,
rendendolo partecipe in modo speciale di questo evento
artistico-culturale.
Le musiche antiche
Nell'operare le scelte
musicali sul materiale storico da inserire nel progetto di sonorizzazione della
mostra abbiamo pensato di limitare la nostra attenzione ad alcuni momenti
particolarmente significativi, optando per l'utilizzo di brani musicali di
natura e funzione non direttamente liturgica, rivolgendoci quindi a quelle forme
devozionali fiorite nel territorio tra XIII ed inizio del XIV secolo.
La
ricca storia musicale del Friuli è intimamente legata alle vicende del
Patriarcato che per lungo tempo rappresenta la maggiore autorità non solo
spirituale e politica ma anche artistica. Ed è all'interno di questa "egemonia"
intellettuale che possono essere inscritte le pagine più significative della sua
produzione musicale , dai codici liturgici alle prime forme polifoniche, dai
drammi sacri alle laudi rinascimentali. Abbiamo quindi voluto rappresentare una
serie di atteggiamenti , di ambiti e funzioni musicali in grado di rappresentare
il divenire della musica nel Patriarcato dalle forme arcaiche segnate dalla
monodia a quelle polifoniche, dall'Evo Medio al Rinascimento.
La
particolare funzione di sonorizzazione ha poi motivato una serie di scelte non
strettamente ortodosse, quali potrebbero appunto essere le esecuzioni
strumentali di repertori vocali, spingendoci nella direzione di una esecuzione
il più possibile varia timbricamente, seppure circoscritta da limiti di
pertinenza organologica nella scelta degli strumenti musicali da utilizzare, ed
adeguata non solo alla sua funzione di "sottofondo" ma in grado di integrarsi
con le composizioni contemporanee che compongono il progetto.
All'interno
di questa particolare compilazione musicale si è scelto di inserire l'esecuzione
"integrale" di un dramma sacro, nell'intento di restituire, intatto, un momento
musicale fortemente rappresentativo e di notevole suggestione.
Riguardo
le modalità esecutive e le scelte organologiche la direzione intrapresa è stata
quella segnata dall'approccio filologico, ovvero: utilizzo di ricostruzioni di
strumenti musicali d'epoca, tecniche vocali e strumentali adeguate, rispetto
delle fonti originali.