medieval.org
Fonti Musicali fmd 182
1989
Domenico de Piacenza, balli
1. Verceppe [4:09]
Paris d*, Vaticano*
lute, Gothic harp, dulcimer, fiddle
2. Lioncello [2:59]
Paris d* g* a*, Vaticano*, New York, Firenze BNC BML, Siena, Modena
lute, fiddle
Guglielmo Ebreo, basse danze
3. Pazienza [4:45]
Paris g a, New York, Firenze BNC BML, Siena
lute, fiddle
4. Cupido [2:01]
Paris g a, New York, Firenze BNC BML, Siena
shawm, alto bombard KA, slide trumpet
5. Pellegrina [2:38]
Paris g a, New York, Firenze BNC BML, Siena, Foligno
alto bombard KA RC
Giovanni Ambrogio (?), ballo
6. Voltati in ça Rosina [3:38]
Paris a*, New York
fiddle
Guillaume Dufay, chanson
7. J'ay grant dolour [3:01]
München
Gothic harp, fiddle
Domenico de Piacenza, balli
8. Tessara [2:44]
Paris d*
lute, fiddle
9. Rostiboli Gioioso [4:34]
Paris g a*, New York, Firenze BNC BML, Siena
pipe and tabor
10. Anello [1:47]
Paris d* g a, New York, Firenze BNC BML, Siena, Modena
pipe and tabor
11. Giove [3:02]
Paris d* g* a*, Vaticano*, New York, Firenze BNC BML, Siena, Modena
“Bray pins” harp
12. Pinzochera [6:34]
Paris d* g* a*, Siena
lute, Gothic harp, fiddle
Lorenzo de' Medici, basse danze
13. Lauro [2:27]
New York, Firenze BNC BML
shawm, alto bombard KA, slide trumpet
14. Venus [3:07]
New York, Firenze BNC BML
shawm, alto bombard KA, slide trumpet
J. Martini, canzone
15. Fortuna desperata [3:50]
Roma
lute, Gothic harp, dulcimer
Guglielmo Ebreo, bassa danza
16. Alessandresca [4:57]
vers. New York
lute, Gothic harp
Domenico de Piacenza, ballo
17. Gelosia [3:01]
Paris d* g* a*, New York, Firenze BNC BML, Siena
fiddle
anonymous, ballo francese
18. Petit Riense [2:54]
Paris a*
pipe and tabor
Guglielmo o Domenico (?), ballo
19. Spero [2:22]
Paris g* a*, New York, Firenze BNC BML
shawm, pipe and tabor
Domenico de Piacenza, ballo
20. La figlia di Guielmo [2:38]
Paris d*, Vaticano*, Siena, Modena
lute, Gothic harp, dulcimer
*: il testo riporta le notazioni musicali
fonti:
• Firenze
(BNC) Biblioteca Nazionale Centrale, Cod. Magliabechi XIX, 88 : #2-5, 9-11, 13-14, 17, 19
(BML) Biblioteca Medicea Laurenziana, Cod. Antinoni 13 (1510): 2-5, 9-11, 13-14, 17, 19
• Siena, Biblioteca Communale degli Intronati, L, V, 29: #2-5, 9-12, 17, 20
• Modena, Biblioteca Estense, fondo italiano 82, J, 9, 4: #2, 10-11, 20
• Roma, Bibl. Casanatense, ms 2856. : #15
• Città del Vaticano, Bibl. Apostolica, Cod. Capponi 203: #1-2, 11, 20
• Foligno, Biblioteca Jacobilli, D, I, 42: #5
München, Bayerisher St. Bibl. Ms 3725: #7
• Paris Bibliothèque Nationale
(d) fonds italien 972: #1-2, 8, 10, -12, 17, 20 P
(g) fonds italien 973 (1463): #2-5, 9-12, 17, 19
(a) fonds italien 476: #2-7, 9-12, 17-19
• New York, Public Library, MGZMBZ - Res 72-254: #2-6, 9-11, 13-14, 16-17, 19
Ferrara Ensemble
Crawford Young, liuto a 5 cori
Randall Cook, vielle ad archo, cennamella, bombarda alto
Debra Gomez, arpa gotica, arpa ad uncini
Karl Heinz Schickhaus, dolcemelo
Alta Capella
Katarina Arfken, bombarda alto
Lorenz Welker, tromba a tiro
Musicien invité
Carles Mas, flauto e tamburino
Crawford Young
L'Ensemble Ferrara résident a la Schola Cantorum Basiliensis
interprète le répertoire central de la Renaissance
italienne. Depuis 1983 le groupe s'est attaché à des
questions spécifiques a la musique du XVe siècle
associées à la représentation:
responsabilités de composition, mémoire auditive, musique
fonctionnelle pour la danse.
Avec de très nombreux concerts, festivals, émissions
radio-télévisées, tournées et
enregistrements effectués en Europe, l'Ensemble Ferrara se
situe parmi les interprètes les plus actifs de la musique du
début de la Renaissance.
Dirigé par Crawford Young, l'ensemble collabore
fréquemment avec la compagnie de danse Il Ballarino de Florence
(dir. Andrea Francalanci) et avec l'Alta Capella et l'Ensemble Este de
Bâle (dir. Randall Cook).
INSTRUMENTARIUM
• Crawford Young
Luth à 5 chœurs: Joel van Lennep, 1982 — # 1, 2, 8, 12, 15, 16, 20
• Randall Cook
Vièles à archet:
- Richard Earle, 1984 — # 1, 2, 7, 12, 17
- Daniel Larson, 1988 — #6, 8
Chalemie: Bernhard Schermer, 1988 — #4, 13, 14, 19
Bombarde alto: Toru Sakamoto, 1988 — #5
• Debra Gomez
Harpe gothique: Lynn Lewandowski, 1980 — #1, 7, 12, 15, 16, 20
Harpe à harpions: Rainer M. Thürau, 1989 — #11
• Karl, Heinz Schickhaus
Tympanon: Alfred Pichlmaier, 1972 — #1, 15, 20
• Katharina Arfken
Bombarde alto : John Hanchet, 1988 — #4, 5, 13, 14
• Lorenz Welker
Trompette à coulisse: Rainer Egger, 1983 — #4, 13, 14
• Caries Mas
Flûte à une main* et tambour: Pau Orriols, 1989 * et Márius Folch, 1983 — #9, 10, 18, 19
Reconstitution chorégraphique : Andrea Francalanci
Production et prise de son : Lou et Claude Flagel
Enregistré à Seewen, römisch katholische Kirche - Octobre 1989
Avec l'aide du Ministère de la Communauté française de Belgique
Photo: Plafond de la Salle du Labyrinthe “forse che sí, forse che no...” Palazo Ducale, Mantova
®&© 1989 Fonti Musicali
Of
the different kinds of music-making, playing for dancers means the most
to me because it is not a situation of performer and onlooker but
rather of performer and performer, and a dialogue is more fun than a
monologue. While it is fascinating to explore the infinite problems of
the interpretation of history, the point which we always seem to come
back to is the most subjective one: does it work or doesn't it? And as
regards the present work....forse che sí, forse che no.
Crawford Young
Basel, october 1989
Mai troppo
mai poco
è l'artificio della bassa danza.
Composta misuratamente
lenta e solenne
ieratica e sensuale
nasce
per una società che perdistinguersi dal resto dell'umanità
pone se stessa centro universale
non più da spettatrice, ma artefice dei mondo.
Fu prima bassa danza o basse dance?
Nel
lungo corridoio che dall'Italia portava nelle Fiandre passando per la
Borgogna, uomini in movimento dalle stesse esigenze produssero frutti
simili.
Si uscì dal cerchio magico dei mondo medievale,
posto sotto orizzonti troppo alti per essere scrutati dall'occhio umano,
per penetrare le linee drittedel labirinto:
l'orizzontalità misteriosa che può turbare l'animo;
solo chi ne possiede la chiave saprà il suo cuore.
Teoria di numeri
dove arduo è distinguere il caso dalla causa
dove ogni diritto ha il suo rovescio,
ogni bianco il suo nero e il freddo e il caldo
e ogni sesso la propria complementarità
in bilico
perennemente.
Essa si presenta da sola nella tavola delle misure del testo di
Domenico da Piacenza, il primo maestro dell'arte nobile dei danzare
risalente alla metà dei Quattrocento:
"Io
sono bassa dança de le misure regina e merito di portar
corona et in l operare de mi poche genti hano ragione e chi
in dançare (h)o in sonare ben di me s adopra força che da li cieli
sia data l opra".
L'uomo
rinascimentale, il frutto de "Il Cortigiano" di Baldassarre
Castiglione, prende i suoi rischi: impara a muoversi fra simmetrie e
specularità e sa che nell'infinitezza dell'immagine riflessa non c'é
l'eguale.
Uomo fattosi divinità, pone se stesso quale punto di fuga
della realtà prospettica dei quotidiano, dove convergono le emanazioni
misurate deil'universo; sa i suoi limiti: non ci si muove oltre la
soglia dell'imperfetto maggiore.
Si rinasce nella classicità dei
greci, si fa giocare l'adolescente matematica alla scuola della cabala,
tutto ciò che si conta si misura, tutto ciò che si arrischia si calcola.
La vita quotidiana diventa un'allegoria giocata con le proporzioni
matematiche. Così la perfezione divina diventa l'esponenza del 3.
Così il 5 e il 7 danzando insieme celatamente celebrano un grande nel suo tempo.
La bassa danza ha il suo pane e non è quello di tutti,
la bassa danza ha le sue forme e sono quelle lineari di una società gerarchica.
Doppia nell'equilibrio delle forze opposte, individua simbologie geometriche a specchio dell'anima.
Ma umore e sangue e lacrime esigono l'eterno turbamento dell'umanità:
sospesi fra binario e ternario
"gli ballitti sono una composi
tione di diverse misure che
po contegnire in se tutti gli nove
movimenti corporei naturali or
dinato ciascun con qualche fonda
mento di proposito... " (Antonio Cornazano, Il Libro dell'Arte del Danzare, 1455).
Alambiccata costruzione metafisica?
Riconfortante masturbazione dell'io?
Resta espressione dell'uomo che, con i'immenso soffrire di un piacere
che non avrà mai fine, vive la propria individualità.
Si
tratta qui di danze 'composte per dignissime madonne e non plebeje' (Antonio Cornazano, Il Libro dell'Arte del Danzare, 1455)
della nascente aristocrazia italiana dei Quattrocento che occuparono lo
spazio di poche generazioni.
Composte da maestri di ballo, che
vivevano alle corti delle città italiane, si comincia a danzare davanti
ad una corte che osserva, giudica ed interpreta. La bassa danza si
identifica con la nobiltà: su di un ritmo sempre regolare si svolge
lenta, solenne e astratta; si balla in due o in tre, raramente in di
più. La musica che la accompagna appartiene al suo esecutore: sulla base
di un tenor precelto il musicista deve improvvisare la propria
esecuzione seguendo -forse- il fraseggio e le cadenze del signore che
danza; è per questo che nei manuali di danza, accanto alle indicazioni
coreografiche che sono assai precise, nessuna indicazione musicale è
data per le basse danze. Al contrario, i balli o balletti sono sempre
accompagnati dalla musica, notata in cantus, che ne deve sottolineare lo
svolgimento, sia esso l'eterno ripetersi del corteggiamento amoroso, un
semplice gioco infantile o la ripetitiva codificazione di una
pantomima, parente della commedia dell'arte. La varietà ritmica dei
balli prelude alla suite: le quattro misure musicali (bassadanza,
quadernaria, saltarello e piva) si alternano, pur se in modo irregolare,
in funzione della coreografia: colto e volgare, nobile e popolare si
contendono lo spazio.
Andrea Francalanci
Firenze, 6 ottobre 1989
"The end of anything is its perfection". Aristotle's comment, in the latin translation of the Middle Ages, includes the terme perfectio
(perfection), a word one also encounters in medieval treatises on music
theory and which carries multiple meanings : perfection as the number
three represented by triple rhythm, the perfection of the most basic
consonant intervals, and the perfection of the ending of a phrase or
group of phrases.
When perfectio is used to mean "phrase
ending" it is usually rendered in modem translation as "cadence" (from
latin "cadere", "to fall"), although "perfection" would in many ways be a
preferable translation, for just as medieval music theory distinguished
musical intervals as being perfect to greater or lesser degrees, so
were distinctions made concerning different possibilities of
articulation, different kinds of "perfections".
Mode in cantus plantus can be recognised from the finalis
or last note of a melody. Indeed, the approach to the end and the end
itself provide the strongest information about the vocabulary of
articulation, and together they represent the key building blocks of
compositional style. As a song gives utterance to phrases of words, so a
dance tune gives expression to phrases of steps. Music and text are two
sides of the same coin of a song, and music and choreography are two
sides of the same coin of a dance. Where one makes a perfection, so must
the other.
To craft a perfection is to build an architectural structure: the tenor lays the foundation, the superius
completes the spatial duo so that the house can stand, and the
contratenor fine tunes the strenght of the joints, joints which allow
passages from one room of the house into another. The sequence of
musical phrases allows the story of the dance (or text in case of
non-dance music) to be told. Part of the fun of the telling lies in
using the faculty of reason and the skilful manipulation of number.....
"Falla con misuras" ("Do it with measure" or with measure of music, 1)
"Cecus
non iudicat de coloribus" ("The blind man does not judge concerning
color", an ignorant musician cannot understand proportional
relationships in music, 2).
Crawford Young
Basel, October 1989
(1) Title of a two-part version the "La
Spagna" tenor ascribed to "M.Gulielmus" (Guglielmo Ebreo = Giovanni
Ambrogio da Pesaro) in the manuscript Perugia 431.
(2) Title of a three-part piece by A. Agricola found at least eight late-fifteenth and early - sixteenth century sources.